Perché pratico yoga: un cammino di consapevolezza, trasformazione e connessione

Praticare yoga per me non è solo un esercizio fisico, ma un percorso che si intreccia profondamente con la mia pratica del Buddismo di Nichiren Daishonin.

Diana Corica

4/10/20252 min read

Da oltre 20 anni, il Buddismo mi guida in ogni passo del cammino della mia vita e nella mia personale rivoluzione umana (si può tradurre come trasformazione interiore). E ho trovato che lo yoga, in modo complementare, mi offre uno spazio in cui coltivare consapevolezza, risvegliare il potenziale più profondo e vivere in armonia con l'universo. Per molto tempo ho creduto che queste due pratiche seguissero strade distinte, quasi incompatibili. Pur riconoscendo le differenze profonde nella metodologia e nell'approccio, in questa breve riflessione ho voluto costruire ponti, cercando connessioni che potessero rivelarne un significato condiviso.

Myoho e la connessione con l'universo

Il termine giapponese Myoho, che significa 'legge meravigliosa' (che non si può comprendere, mistica), è al cuore della mia pratica, ovvero la recitazione a voce alta del mantra nam myoho renge kyo*. Esprime la relazione tra la vita inerente all'universo e le infinite forme in cui questa vita si manifesta. Ogni volta che pratico yoga, sento questa legge universale vibrare attraverso il mio corpo, ogni respiro che prendo diventa un atto di connessione con il tutto. Il movimento stesso, le asana, si trasformano in una manifestazione di Myoho, in un atto di consapevolezza che unisce la mia esistenza individuale con quella universale.

Lo yoga diventa così non solo un cammino di benessere fisico, ma anche un esercizio spirituale che mi permette di coltivare una mente tranquilla, pronta ad affrontare le sfide della vita con serenità e gratitudine.

Allo stesso modo, nel secondo sutra degli Yoga Sūtra (raccolta di 195 aforismi) di Patañjali (si pensa sia vissuto tra il 2° e il 4° secolo d. C) , autore degli Yoga Sutra e filosofo, viene scritto:

"Yogaś citta-vṛtti-nirodhaḥ"
(letteralmente "lo Yoga è la cessazione dei flussi mentali o delle fluttuazioni della coscienza".)

Si può interpretare come lo yoga in questo caso sia uno stato di quiete della mente, il momento in cui le onde dei pensieri si placano e si può percepire la realtà così com'è, senza pregiudizi ne preconcetti.

Vivere con consapevolezza

Ogni respiro, ogni postura, è un atto di presenza. In un mondo che spesso corre troppo velocemente, lo yoga mi insegna a fermarmi, ad ascoltarmi, a vivere con maggiore consapevolezza. Ogni volta che mi metto a praticare, mi ricordo che il vero obiettivo non è diventare più snodata o abile nell'eseguire le posizioni in modo impeccabile, ma riscoprire la mia umanità, riconoscere la mia natura di Budda che è insita in ogni essere e quindi vederla anche negli altri, e vivere in armonia con me stessa e l'ambiente.

Conclusione

Per me, yoga e Buddismo sono due pratiche che si intrecciano in un unico cammino verso la consapevolezza, la connessione e la trasformazione. Entrambe mi offrono gli strumenti per affrontare la vita con maggiore serenità e determinazione. Come insegna il Sutra del Loto, la natura di Budda dimora in ogni essere vivente, pronta per essere risvegliata. La recitazione del mantra "nam myoho renge kyo" permette a questa natura di uscire allo scoperto grazie al richiamo della voce, mentre lo yoga la risveglia attraverso il movimento del corpo e il respiro. La cosiddetta 'legge mistica' o 'legge meravigliosa' che permea tutti gli esseri viventi e i fenomeni è già di per sé presente nel movimento da un asana all'altra, in un flusso continuo come il flusso della vita, dove ogni movimento diventa un riflesso dell'equilibrio interiore e ogni respiro sostiene il legame tra corpo e mente.

«La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità»
(Daisaku Ikeda, La Rivoluzione Umana)

* Per info sul significato: La Legge Mistica: Nam Myoho Renge Kyo | Soka Gakkai